Vogliamo portare l’attenzione su un articolo pubblicato sulla Gazzetta dello Sport mercoledì 17 febbraio e farci questa domanda: siamo sulla strada giusta?
Non è semplice valutare il percorso e la metodologia formativa più adatta ai ragazzi di un settore giovanile.
Tante le osservazioni che piovono dagli spalti durante una gara in cui i ragazzi provano a giocare palla dal portiere: “Buttala su“, “Non rischiare“, “Calciala lunga“…
E’ questa la nostra cultura? E’ questo il nostro senso del giocare al pallone? Calciarla lunga?
Vi invitiamo a leggere questo interessante articolo della Gazzetta dello Sport perchè riteniamo che sia un valido supporto per chi prova a giocare palla dal portiere.
Negli anni 90 è stata introdotta dall ‘IFAB (International Football Association Board – l’organo mondiale di controllo, modifica e innovazione delle regole del calcio) la regola che aboliva il retropassaggio al portiere e la conseguente presa con le mani. Da li è iniziato il cambiamento del gioco proposto. In questi ultimi anni l’Italia ha intrapreso questo percorso provando ad essere un paese calcistico più europeo e meno speculativo, catenacciaro e contropiedista.
Per arrivare ad essere protagonisti nei grandi, bisogna abituare i nostri ragazzi ad esserlo sin da piccoli. E allora? Facciamoli giocare nel rischio, consentiamogli di sbagliare e sperimentare. Per imparare e migliorare. Lo fanno i grandi, perché non possono farlo i piccoli?
Secondo voi, questa può essere considerata una metodologia formativa?
Di seguito uno screenshot dell’articolo tratto dalla Gazzetta dello Sport riportato a pagina 17.
Forza N.P.G.

Immagine tratta dalla GdS del 17 febbraio 2021